Make up e fotografia: frivolezze nell’emergenza covid-19

Intervista alla make up artist: consigli, opinioni e piccoli suggerimenti.

Oggi, trattiamo frivolezze, sì, perché sognare fa bene, sperare è doveroso e alleggerirsi l’animo un attimo in un periodo saturo, purtroppo, di notizie importantissime ma anche impegnative non è peccato, sono le piccole cose positive e lo star bene che ci consentiranno di affrontare l’emergenza nel migliore dei modi;

E’ qualcosa di diverso, solita introduzione e poi un’interessante intervista, così giusto perché non è sbagliato desiderare un po’ di leggerezza e per pochi minuti, immergersi in quelle che ora sembrano solo “quisquiglie” che però ci consentono di sognare periodi che torneranno se ognuno farà la sua parte, se insieme faremo la nostra parte per mettere alla porta COVID-19.

E chissà che questo articolo non sia il preludio a qualche novità…

Ho pensato parecchie volte di contattare una make up artist con la quale collaborare ma o ne mancava l’occasione o mancava la persona giusta...

Tra i paesi del lago d’Iseo e le valli di Bergamo e Brescia, non c’era mai stato quel “colpo di feeling”

con le MUA (truccatrice, oggi si dice così) che avevo incontrato prima.

E, sapete come sono, diffidente e istintiva, cerco sempre qualcosa che vada oltre;

e lo ammetto, quando Francesca, questo è il suo nome,  si è proposta, la prima cosa che ho fatto è stata quella di storcere il naso e pensare,

“un’altra truccatrice, di quelle con la puzza sotto il naso, una il mio lavoro è il mio lavoro, io so, io faccio, una di quelle che ti da garanzie e poi tutto fumo e niente arrosto…”

sinceramente ero stufa di impiegare forze e tempo per situazioni che non mi portavano nulla di concreto

però l’idea di poter fornire un servizio in più ai miei clienti mi allettava,

è una cosa importante in una sessione fotografica e sicuramente per il ritratto sarebbe stata apprezzata, ci avevo pensato un sacco e l’avevo anche quasi fatto l’ultima volta, poi destino ha voluto che tutto scemasse.

Comunque, alla fine l’ho conosciuta, Francesca, la MUA e in un nano secondo mi sono chiesta se io, non per le mie competenze ma per il mio essere, potessi arrivare ad essere abbastanza in sintonia con lei;

le immagino e vostre facce, una smorfia, una risatina come a dire “oh se sei esagerata!” e invece quando uno ci tiene,

ci mette cuore, anima, tempo e soldi nella realtà che sta costruendo, quando uno deve trovare un partner che sia sulla sua stessa linea di principi e non solo competente nel lavoro, è semplicemente e lo dico con “toni chic”: un gran casino.

Come è andata? Leggete qui sotto…

S.: << Francesca, quando hai deciso di diventare Make Up Artist?>>

F.: << È stata quasi una scelta obbligata. Mi sono appassionata al make up quando ero adolescente, in quella fase della vita in cui cerchi uno stile che ti rappresenti ed identifichi agli occhi degli altri. Io l’avevo trovato nel trucco e nei colori più stravaganti e sgargianti che, sentivo, rappresentavano al meglio la mia personalità un po’ eccentrica. >>

S.: << Vedendoti oggi con un trucco così sobrio stento a crederci… >>

F.: << Hai ragione. Sono sicuramente cambiata da allora ed anche il make up ha accompagnato questo percorso di crescita. Quello che è rimasto immutato, invece, è stato l’interesse per tutto ciò che ruota attorno all’universo trucco.

Partendo proprio da questa passione e complice la mia natura curiosa che mi spinge ad approfondire tutto ciò che faccio, ho deciso di frequentare un’accademia per make up artist, la MUD a Milano, che mi ha insegnato le regole del trucco beauty correttivo permettendomi di rapportarmi ad esso non solo come semplice appassionata, ma da professionista.>>

S.: << Mi racconti qual è esattamente il compito del make up artist?>>

F.: << Letteralmente è un artista del trucco, un professionista in grado di valorizzare le personali caratteristiche di ogni volto.

Il suo lavoro, tuttavia, come si potrebbe erroneamente pensare, non è fatto esclusivamente di creatività: nel trucco beauty prima di tutto ci sono regole precise da conoscere e rispettare che consentono, per esempio, di

coprire imperfezioni o discromie, esaltare o correggere luci ed ombre date dalla naturale tridimensionalità del viso e molto altro. Da questo punto di vista, trovo ci sia una grande similitudine

con la fotografia dove estro e personale gusto del professionista devono necessariamente poggiare su conoscenza e regole definite per realizzare lo scatto perfetto. >>

S.: << Hai colto nel segno; e secondo te che valore aggiunto può dare un buon make up alla fotografia? >>

F.: << Potrai confermarmi, credo sia come l’out-fit; mi spiego: in un ritratto i colori, le tinte, le texture fanno la differenza ed è il motivo per cui consigli e richiedi determinati accorgimenti durante le tue sessioni fotografiche giusto? >>

S.: << Assolutamente sì.>>

F.: << Credo che anche per il make up sia così, può fare la differenza nel bene e nel male e credo anche far risparmiare o perdere tempo nella post-produzione. >>

S.: << Assolutamente vero, ed è anche una questione molto più delicata perché può aiutare molto noi fotografi ma anche diventare un gran grattacapo

se il trucco è incompatibile con l’idea della fotografia che si vuole creare o inconciliabile con il genere di abbigliamento che è stato scelto, anche se è un trucco professionale,

rischia di rovinare il tutto e lì non puoi, come nell’abbigliamento, dirgli semplicemente “togliti la giacca”. Ci vuole il giusto feeling anche tra fotografo e truccatrice non credi? >>

F.: << Decisamente sì. >>

S.: << Ho visto alcuni dei tuoi lavori e ho notato che a make up eccessivamente artefatti prediligi spesso look più naturali. Sono forse più semplici da realizzare? >>

F.: << Mi piacerebbe poterti rispondere di sì, in realtà anche ciò che appare semplice spesso è frutto di un lavoro lungo ed elaborato. >>

S.: << Ti comprendo perfettamente. >>

F.: << Sarò senza dubbio controcorrente, ma non amo particolarmente le mode o i dictact del momento

e, quando è possibile, mi piace realizzare look con i quali una donna possa sentirsi a proprio agio anche tutti i giorni. >>

S.: << Perché dici “quando è possibile”? >>

F.: << Per me è molto importante creare un feeling con la persona che ho di fronte. Mi piace cercare di capire la sua personalità, come le piacerebbe apparire, cosa si aspetta dalla seduta di make up.

È chiaro che il fine ultimo del trucco è  farci sentire belle, ma per assolvere a questo importante compito, deve per prima cosa metterci a nostro agio esaltando i nostri naturali punti di forza senza mai stravolgerci.

Lavoro con l’obiettivo che la persona che sto truccando, guardandosi allo specchio, possa dire:

“Wow, sono io, nella versione migliore di me!”.

Affinché questo avvenga, metto tutta me stessa: tecnica, passione ed empatia devono necessariamente fondersi insieme. >>

S.: << Devo ammettere che da professionista mi ci ritrovo in moltissime delle cose che stai dicendo,

credo infatti che questi concetti possano essere estesi in ogni ambito professionale.

Piacersi e sentirsi belle è sempre importante, ma ci sono giorni della vita in cui è fondamentale:

uno di questi è il matrimonio. Secondo te,

cosa deve tenere in considerazione una futura sposa nella scelta del make up artist? >>

F.: <<  Sicuramente la scelta deve ricadere su un professionista con il quale si è instaurato un rapporto di fiducia,

che ha saputo ascoltare esigenze e desideri della sposa dando i giusti consigli,

non solo sul make up, ma anche per esempio su come preparare la pelle per il gran giorno.

Naturalmente si deve scegliere una persona di cui si apprezza lo stile ed il modo di lavorare.

In questo la prova trucco è assolutamente imprescindibile e decisiva. >>

S.: << E come ti comporti se una futura sposa ti chiede un make up che non si addice al suo viso?

Provi a farle cambiare idea o l’accontenti?>>

F.: << Innanzitutto cerco di spiegarle perché, dal punto di vista meramente tecnico,

un trucco potrebbe valorizzarla più di un altro. Poi passo alla prova vera e propria.

Non bisogna mai imporsi, ma sempre saper ascoltare.

E proporre l’alternativa. >>

S.: << E, posso già immaginare la risposta, che differenza c’è tra un buon trucco ed un trucco “alla buona”? >>

F.: << Il professionista. Bisogna affidarsi a chi sa cosa sta facendo.

Così come il trucco è in grado di trasformare un viso esaltandolo in tutto il suo potenziale,

può accadere esattamente il contrario se non  ci affidiamo a chi conosce le regole del make up.

Non basta la passione per saper truccare. >>

S.: << Già, così come per il fotografo; quindi, come possiamo capire se abbiamo di fronte un bravo make up artist? >>

F.: << Innanzitutto prestiamo attenzione alla sua postazione di lavoro che deve essere perfettamente pulita ed ordinata.

Disinfettare le mani prima di iniziare a lavorare,

utilizzare spugnetta o scovolino per mascara monouso,

non intingere il pennello direttamente nel prodotto, ma lavorarlo a parte,

per me sono cose del tutto scontate, ma so che spesso non è così.

Inoltre un bravo truccatore spiega passo dopo passo il lavoro che sta eseguendo ed è pronto a rispondere ad ogni domanda o curiosità.

Osserviamo anche i prodotti che utilizza:

io per esempio oltre ai più noti brand professionali, mi oriento spesso nell’acquisto anche di

make up distribuito nel canale delle farmacie perché

trovo prodotti formulati anche per le pelli più sensibili e reattive. >>

S.: << Devo ammettere che prima di incontrarti, complice l’intolleranza della mia pelle al 90% dei prodotti, ignoravo completamente questa tecnica, molto interessante, che  – dovrebbe –  essere consolidata come dici tu;

e parlando di outfit: credi sia importante il look del professionista che si presenta a casa della sposa il giorno del matrimonio? >>

F.: << Assolutamente sì. Deve essere adeguato alla circostanza: un abbigliamento scelto con cura

ed attento ai dettagli è sicuramente sinonimo di quanto

si abbia piacere nel prendere parte, seppur dietro le quinte, ad un evento così

importante e felice come quello del matrimonio; immagino sia così anche per voi… >>

S.: << Assolutamente sì, noi abbiamo la necessità di muoverci comodamente tutta la giornata e nel caso delle cerimonie religiose l’essere il meno evidenti possibile è d’obbligo; quindi dobbiamo essere “comodi, ma non troppo e possibilmente poco evidenti”;

Un consiglio prima di salutarci? >>

F.: << Voglio lasciarvi con una riflessione che non riguarda direttamente il trucco, ma che ad esso è strettamente collegata: prendiamoci cura del nostro viso con piccoli gesti quotidiani.

Detersione ed idratazione sono i primi e fondamentali passaggi della beauty routine;

scegliamo sempre prodotti di qualità adatti alla nostra pelle, non dimenticando di proteggerla dalle aggressioni degli agenti esterni.

Tutto questo ci aiuterà ad avere una buona base di partenza.

Per tutto il resto, ci pensa il make up artist.  😉 >>

S.: << E’ proprio vero, sotto ogni aspetto: “chi ben comincia è già a metà dell’opera” –

devo ammettere che quello che più mi ha stupito sono le correlazioni con il mondo della fotografia, trovare persone appassionate e competenti non è così semplice come può sembrare; la professionalità, la competenza e la sincerità sono doti che a volte possono sembrare stantie ma sono fermamente convinta che in realtà non sia così;

ti ringrazio per il tuo tempo e per le tue delucidazioni in merito al make-up, è stato un piacere fare capolino in un mondo nuovo; chissà, magari ci saranno altre occasioni per approfondire nuove tematiche. >>

F.: <<  Sicuramente! Grazie a te, a presto.>>

S.: << A presto. >>