é direttamente dalla

zona rossa lombarda,

all’inizio del secondo “soft lockdown” per

Coronavirus,

con molte attività quasi completamente ferme,

ringraziando i nostri medici e gli ospedali,

rispettando le

regole del distanziamento

e cercando

le giuste interpretazioni del Dpcm mentre tanti pensieri ci

frullano nella testa,

che vi proponiamo un nuovo articolo:

bambini: tempo, noia e creatività

***

Pensate a come sarebbe se oggi i celeberrimi fratelli Disney

si fossero ritrovati privi di fantasia o meglio ancora, di creatività.

Ogni giorno, anche senza rendercene conto, operiamo sotto la stella della

fantasia,

perfino quando stiamo facendo la cosa più banale.

Nel lavoro di fotografi,

così come in moltissime altre attività, la fantasia è un valore assoluto, senza quella si potrebbe chiudere i battenti all’istante.

Non basta semplicemente possedere un po’ di fantasia,

è necessario alimentarla e favorirla e non ci sono grandi trucchi per farlo, il segreto è fondamentalmente uno: Il tempo.

Tempo per fermarsi, per riflettere, per staccare, tempo per pensare o per lasciar fluire i pensieri in modo disordinato, così come vengono;

ancora una volta,

in una società che ci impone una fretta costante, un impegno sempre maggiore

e una produzione in continuo aumento, preferendo molte volte la quantità a discapito della qualità,

la soluzione a molti problemi è, quasi in maniera comica,

il tempo.

Stiamo parlando di un valore concreto,

che nessuno ormai si permette nemmeno di regalare: ci sentiamo in costante difetto,

come se questo correre fosse un dovere,

chissà poi per arrivare dove…

Già perché se la velocità per molti versi è ciò che ha contribuito al miglioramento di molti aspetti della vita moderna è

anche ciò che, per altri versi, lo sta facendo regredire: non abbiamo più tempo per dedicarci a noi,

a volte nemmeno per esprimere concetti profondi di fronte ad un amico,

per coltivare relazioni a tu per tu, siamo sempre meno abili nel gestire la comunicazione non verbale,

comunichiamo attraverso uno schermo che azzera completamente gli aspetti probabilmente più importanti di una relazione, siamo

meno abili nell’ascoltare, nel porre attenzione e nel saper godere ed approfittare di quello che può essere definito il nostro “tempo vuoto”.

E i bambini,

i futuri adulti

si ritrovano immancabilmente a subire questi ritmi magari passando troppo tempo davanti ad un tablet o ad un telefonino e subendone tutte le conseguenze.

Per la scrittura di questa serie di articoli dall’importante contenuto,

mi sono appoggiata alla scientifica competenza ed esperienza di una psicopedagogista che ho conosciuto, prima come persona e mamma e poi come professionista,

Elena Lazzaroni,

spesso chiamata dagli istituti scolastici della Lombardia per aiutare i bambini e, in realtà, anche gli adulti.

Il suo non è semplicemente il lavoro della psicologa, in parole spicce si occupa di spiegare a noi adulti come risolvere i problemi dei figli che spesso ogni genitore o maestro si trova a dover affrontare.

Come fotografo, prima di allestire un set fotografico ho la necessità di costruirlo con i pensieri,

ecco che quindi è indispensabile liberare la mente per far spazio alle idee e alla fantasia,

così posso dare il meglio di me,

per farlo generalmente esco a fare una passeggiata,

in altre parole

mi concedo del tempo.

Solo così le idee scorreranno e la fantasia arriverà.

Ovviamente i bambini hanno necessità ben diverse, ma c’è anche qualcosa in comune:

il bisogno di

questo valore concreto e produttivo che è

il tempo.

E’ come se dal fattore “tempo” dipendesse tutto il resto, il che, se ci pensate, non dovrebbe sembrarci affatto strano;

Va bene,

ai bambini serve del tempo,

ma per far cosa?!

Vi rispondo così:

a volte, per ottenere una fotografia che “funzioni”, nel mio lavoro è necessario cambiare il punto di vista.

seguiteci nella seconda parte,

Elena ci svelerà qualcosa di speciale…

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